Lettera

Blason   Abbazia San Giuseppe di Clairval

F-21150 Flavigny-sur-Ozerain

Francia


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28 aprile 2022
sanLuigi Maria Grignion de Montfort, sacerdote


Carissimo Amico dell’Abbazia di San Giuseppe,

«Carissimi fratelli e sorelle, il giusto, inondato dalla luce divina, diventa a sua volta fiaccola che risplende e riscalda, diceva san Giovanni Paolo II, il 22 giugno 2003. È quanto ci insegna oggi la figura del nuovo beato Ivan Merz. Giovane brillante, seppe moltiplicare i ricchi talenti naturali di cui era dotato ed ottenne numerosi successi umani : si può parlare della sua come di una vita ben riuscita. Ma la ragione per cui egli viene oggi ascritto all’albo dei beati non è quella. Ciò che lo introduce nel coro dei beati è il suo successo davanti a Dio. La grande aspirazione di tutta la sua vita, infatti, è stata quella di “mai dimenticare Dio, desiderare sempre di unirsi a Lui”. In ogni sua attività, egli ricercò la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù e si lasciò conquistare da Lui (cfr. Fil 3,8-12). »

Ivan Merz è nato il 16 dicembre 1896 a Banja Luka, città della Bosnia allora sotto il controllo dell’Austria-Ungheria. Figlio unico, Ivan è circondato da un grande amore fin dalla prima infanzia e riceve una corretta educazione borghese. Consegue la maturità nel 1914. Un professore, modello di laico cattolico, il dottor Ljubomir Marakovic, lo orienta verso i valori morali e religiosi attraverso la letteratura e l’arte. Ivan scriverà di lui : « Un laico cattolico mi ha salvato per l’eternità ! ». Ivan legge molto, impara il francese e l’inglese (conoscerà una decina di lingue), studia il pianoforte e il violino ; è anche dotato per il disegno. Sportivo, gioca a tennis, va in bicicletta, fa ginnastica, pratica il pattinaggio su ghiaccio ; gli piacciono anche le partite di scacchi.

All’età di diciassette anni, Ivan inaugura un diario intimo in cui descrive i suoi stati d’animo. All’inizio di questo diario, esclama : “Viva l’arte ! » Il 2 marzo 1914, annota : « In fisica, abbiamo parlato della velocità della luce… Mio Dio, quanto è grande l’universo : tutto risplende, tutto si muove con perfetta precisione, tutto è grande, immensamente grande… Ma tutto questo universo, ciò che è visibile o invisibile, ciò che è udibile o impercettibile, chi ne è il padrone… ? È Lui ! » E, il 26 aprile, prosegue : « Più conosco il cattolicesimo, più mi rendo conto di quanto sia inesauribile. » Ma la sua vita spirituale passa attraverso delle ombre : « Sono terribilmente assalito dalle tentazioni, scrive il 30 agosto, ma la preghiera mi risolleva. »

Dopo la maturità, Ivan entra nell’accademia militare di Vienna, perché i suoi genitori vogliono che sia ufficiale come suo padre. Lui, però, non prova alcuna attrattiva per la carriera militare e rimane solo tre mesi all’accademia, dove scopre la miseria morale di molti. « Quando sento parlare in modo volgare, annota il 19 dicembre, quando anche brutte immagini vogliono penetrare nella mia anima, mantengo sempre lo guardo fisso sull’immagine della Madonna con il Bambino, espressione bella e maestosa, centro di tutto ciò che è sublime. »

« Aut catholicus aut nihil ! »

All’inizio del 1915, Ivan inizia a studiare a Vienna. Per compiacere sua madre, si iscrive a giurisprudenza, ma nello stesso tempo prende lezioni di letteratura. Continua a leggere molto, va a teatro, ai concerti, all’opera. Le tentazioni lo opprimono, ma cerca intensamente la verità ultima. Il 17 maggio, scrive : « La mia vita è un grande punto interrogativo. Giorno dopo giorno la mia fede infantile si perde. Mi manca quel discernimento di un tempo tra il bene e il male… Dio esiste, credo fermamente, anche nei momenti più duri di tentazione e di dubbio, che è l’unico, l’eterno, il grande Dio. Dal momento che esiste, ne consegue già che la nostra vita ha necessariamente uno scopo… Tuttavia, non basta credere. La nostra fede deve essere un sistema, un indicatore nella vita, affinché noi non agiamo contro i princìpi di giustizia e di eternità… E io dico : “Aut catholicus aut nihil” (o cattolico, o niente). Da questo punto di vista, in me non vi è mai stata ombra di dubbio. So e sento che il cattolicesimo è l’unica religione autentica. »

In attesa della sua partenza per l’esercito, dove viene chiamato (l’Europa è allora in guerra), risiede dai genitori. Alla luce della fede, intravede le risposte a molte domande. Il giorno della festa dell’Immacolata, l’8 dicembre, fa voto di castità fino al matrimonio. E il 23 gennaio 1916 scrive : « Vorrei essere umile ! Estremamente umile ! Vorrei distruggere tutto questo orgoglio naturale e aspirare umilmente alla verità, semplicemente a causa di questa unica verità… » Il 28, prosegue : « Mi rendo conto di essere molto lontano da qualsiasi perfezione… Questo mi fa molto male. Allora faccio riferimento alle mie azioni e ai miei gesti, e mi rendo conto di essere cristiano a parole ma non nei fatti. Il cristianesimo non mi è penetrato nel sangue… Dovrei pregare Dio più a lungo per non perdere questo legame mistico con Lui. » Egli annota però, il 24 febbraio : « Mi piacciono molto il silenzio e la pace, posso riflettere, posso pensare al mistero dell’Eucaristia, chiudermi in uno stupore immobile, posso pregare a lungo… È molto meglio nella solitudine. Niente è meglio che ritirarsi in una chiesetta buia e, sommessamente, recitare il rosario allo scintillio del lumino del tabernacolo, agli ultimi raggi del sole e meravigliarsi, meravigliarsi eternamente dell’Eucaristia, di questo splendore, di questa grandezza, di questo Amore infinito… »

Il più grande prodotto dell’arte

Nel febbraio 1916, Ivan parte per l’esercito e, dopo aver seguito i corsi per ufficiali, viene inviato al fronte italiano. Di fronte alla sofferenza e alla morte che rasenta ogni giorno, percepisce che la religione cristiana è l’unico valore che possa vincere il male. Annota, il 9 aprile 1918 : « Siamo solo provvisoriamente su questa terra… un instante e non ci siamo più, e questa vita ha senso solo nella preparazione dell’altra… Essere cattolico praticante deve essere il mio obiettivo. » Alla fine della guerra, Ivan riprende i suoi studi a Vienna. Membro attivo di un gruppo di studenti cattolici croati, dichiara in un incontro : « La base della nostra vita deve essere la nostra rinascita in Gesù Cristo, il resto segue quaggiù. » Dopo aver preso parte a degli esercizi spirituali, inizia a interessarsi alla liturgia. « Dal Mercoledì delle Ceneri ad oggi, scrive il 5 aprile 1920, ero a San Gabriele [casa missionaria (N.d.T.)] nei pressi di Mödling. È stata la mia Pasqua più bella… La liturgia è il più grande prodotto dell’arte che esista al mondo e inoltre è l’arte centrale, perché mostra artisticamente la vita di Cristo, che è il centro della storia… »

Nel frattempo, i suoi genitori si sono trasferiti a Zagabria. Grazie a un padre gesuita, Ivan ottiene una borsa di studio dalla Francia e, nell’autunno del 1920, si reca a Parigi. Per due anni prosegue i suoi studi letterari alla Sorbona e all’Institut Catholique. S’interessa alla vita cattolica francese, s’impegna nelle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli e frequenta la cappella benedettina di rue Monsieur. Il 4 novembre 1921, scrive : « Dalle Benedettine ho assistito alla vestizione di una novizia. La liturgia è splendida… La Suora muore per il mondo, diventa una corda di crine (violino) che canterà eternamente la gloria divina… È bello dimenticare il mondo intero e concentrare tutte le proprie forze per Gesù. »

Durante i suoi studi a Parigi, Ivan si reca in pellegrinaggio a Lourdes. Da quel momento, la Beata Vergine Maria occupa un posto fondamentale nella sua vita. Egli scopre l’ideale della donna perfettamente realizzato in Maria. « Sì, è a Lourdes, scriverà al suo amico, l’ingegnere Marosevic, che ho imparato che cosa è il rosario, e questo è diventato da allora il mio secondo migliore amico (il primo è l’Eucaristia). » Scriverà a una ragazza : « Quando troverà dura la vita e si abbatteranno su di Lei delle disgrazie, prenda il rosario della Vergine ; la Madonna La consolerà e Le darà la forza di sopportare tutto con calma, in un totale abbandono alla volontà di Dio. » »Dopo il suo ritorno a Zagabria, Ivan diventa un ardente propagatore della devozione per la Madonna di Lourdes, attraverso articoli e lezioni accompagnate da diapositive.

Attorno al Signore

Una fitta corrispondenza viene scambiata tra Ivan e sua madre, che non apprezza l’intensità della sua vita religiosa ; il giovane attira la sua attenzione sulla brevità della vita, che è solo una preparazione all’eternità. In una delle sue lettere, scrive : « Tu sai che l’Università di Vienna, poi la guerra, gli studi e infine Lourdes mi hanno convinto fino in fondo della verità della fede cattolica e che per questi motivi la mia vita intera ruota attorno al Signore Gesù Cristo. » Ivan ritorna a Zagabria nell’estate del 1922. A partire dall’autunno, ottiene un posto come professore di lingua francese e tedesca al liceo dell’arcidiocesi. L’anno successivo, discute con successo, all’Università di Zagabria, una tesi di filosofia che analizza l’influenza della liturgia sugli scrittori francesi. Ivan si dedica all’approfondimento intellettuale delle verità della fede. È il primo laico (in Croazia) a studiare sistematicamente la filosofia e la teologia cattoliche, nonché le encicliche e le dichiarazioni importanti dei Papi. Si costituisce una biblioteca che conterà circa milleduecento opere.

Ivan scrive numerosi articoli sulla liturgia, tiene corsi di liturgia, forma i giovani perché comprendano bene l’azione del sacerdote all’altare e si uniscano alla sua preghiera. « La liturgia, scrive, è la preghiera ufficiale della Chiesa, la preghiera ufficiale della sposa di Cristo, un dialogo tra la sposa e il divino Sposo… È sul fondamento della liturgia che ogni anima si educa. Si può dire che la liturgia sia una pedagogia nel senso proprio del termine, perché, grazie ad essa, un credente può vivere tutte le fasi della vita eterna di Cristo » (nella rivista “Il rinnovamento dell’anima secondo la liturgia”).

« La liturgia occupa un posto di capitale importanza nella vita della Chiesa, affermava san Giovanni Paolo II… È vitale una comprensione della liturgia nel suo essere principalmente culto della maestà divina… L’autentico spirito cristiano derivato ai fedeli dalla liturgia assicura l’edificazione della Chiesa in molti modi. Mediante l’acquisizione da parte dei suoi membri di questo spirito cristiano, la Chiesa diviene sempre più una comunità di culto e di preghiera, consapevole della necessità di pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18,1). Questa caratteristica di costante preghiera, come conviene al Corpo di Cristo, si manifesta nella preghiera ufficiale della liturgia » (3 dicembre 1983). Nella liturgia, viene esercitato dalla Chiesa « il culto pubblico dovuto a Dio. La liturgia, azione sacra per eccellenza, costituisce il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana la sua forza vitale » (Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, nn. 218-219). « Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa » (Vaticano II, Costituzione Sacrosantum concilium, n° 10).

Giorno guadagnato o giorno perso

Ivan accoglie senza discussione la fede della Chiesa nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. « La Comunione è fonte della vita ! », annota nel suo diario. Il cuore della sua preghiera è la Messa quotidiana e la Santa Comunione. Ogni giorno, fa meditazione per tre quarti d’ora. « La vita spirituale, spiega, è una meditazione delle cose divine, una partecipazione alla vita interiore di Dio… Senza la vita spirituale, cesserei di esistere. » Egli fa ogni anno un ritiro ; nel suo messale si trova un foglio di carta con alcuni propositi : « Come penitenza, compiere più perfettamente i propri doveri professionali… A ogni pasto, fare una penitenza per la salvezza delle anime… Non criticare mai il cibo… Fare continuamente dentro di sé atti di amore verso il buon Dio, verso il Salvatore. » Ivan consacra il decimo del suo stipendio ai poveri. A Zagabria, proprio davanti a casa sua, un invalido lucida le scarpe ai passanti. Ivan fa amicizia con lui e lo invita spesso a cena nel suo appartamento. « Il giorno che dedichiamo agli altri non è affatto una perdita, ma un guadagno, dichiara. Invece, i giorni in cui non si è fatto nulla per gli altri sono giorni persi ! » È sempre pronto a perdonare chi lo ha offeso. « Chi vuol essere un vero lavoratore per la causa divina, dice, non deve farsi avanti ; il culto personale è il più grande ostacolo al successo delle nostre azioni. » La Chiesa cattolica è per lui « la cosa più grande al mondo ». Dirà il suo amico Douchan Zanko : « Egli ha portato la Chiesa nel suo essere così profondamente e così spiritualmente da sentirsene parte viva, così come un braccio o una gamba fanno parte di un organismo che si chiama uomo. » Lo stesso Ivan suscita molte vocazioni sacerdotali.

All’inizio del XX secolo, il vescovo di Krk, in Croazia, ha iniziato un grande Movimento per la gioventù cattolica per opporsi al liberalismo nascente, che respinge dalla vita pubblica l’influenza della Chiesa. Da giovane insegnante, Ivan vi si impegna, come anche nella Federazione croata “Orlovi” (le Aquile). Diventa una guida per la gioventù cattolica e insiste sulla necessità che i laici si impegnino nell’apostolato, in collaborazione con la gerarchia ecclesiastica e sotto la sua vigilanza. Nell’autunno del 1922, viene eletto presidente della “Unione croata della Gioventù cattolica”, che si fonderà, un anno dopo, con il movimento delle “Aquile”, diventando l’“Unione croata delle Aquile”.

Una dottrina infausta

«I fedeli laici hanno come vocazione propria quella di cercare il Regno di Dio, illuminando e ordinando le realtà temporali secondo Dio » (Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, n° 188). È ai laici che « particolarmente spetta illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore » (Vaticano II, Lumen gentium, n° 31). « In ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche nelle cose temporali, può essere sottratta al comando di Dio… A ragione è rigettata l’infausta dottrina che pretende di costruire la società senza alcuna considerazione per la religione e impugna ed elimina la libertà religiosa dei cittadini » (ibid., n° 36). Per aiutare i laici nella loro missione nei confronti della società, la Chiesa ha elaborato una dottrina sociale (cfr. CCC, nn. 2419-2425). Questa potrò essere attuata solo se ne vengono a conoscenza attraverso lo studio dei documenti pontifici (cfr. Comprendere la doctrine sociale de l’Église, di Anne Despaigne, Éditions Traditions Monastiques).

L’Unione croata delle Aquile organizza delle animazioni intorno a grandi spettacoli di ginnastica, raduni e altri eventi. Grazie a Ivan, questa associazione assume una forte dimensione religiosa e culturale, che si manifesta nel motto : Sacrificio–Eucaristia–Apostolato. Egli stesso riassume, in un articolo, il programma delle Aquile : « La nuova generazione di cattolici è trasportata dalle onde di questo fiume che scaturisce dalla Roma eterna a partire dal 1905, dolce ricordo di papa Pio X, che pubblicò un Breve sulla Santa Comunione frequente, anche quotidiana. Questa gioventù coltiva un amore appassionato per il nostro Salvatore che rimane sempre con lei nella Santissima Eucaristia ; vi attinge la forza per la sua azione, il suo apostolato… Il buon Dio permetta al Libro d’Oro (carta dell’associazione) di educare un esercito di apostoli, una schiera di santi che spiccheranno il volo in tutte le direzioni, attraverso la patria croata… ! Possa quest’opera contribuire, in qualche modo, al regno, ovunque in Croazia, dei princìpi della Santa Chiesa cattolica romana, affinché il Sacro Cuore stringa nel suo divino abbraccio, il più possibile, i nostri fratelli ! »

I giovani vedono in Ivan Merz non solo il loro apostolo e il loro capo, ma un vero amico di ciascuno, pronto a fare di tutto per aiutarli a dirigersi sulla retta via : se è necessario dare un consiglio o un aiuto materiale, se si tratta di cercare un lavoro, di dare lezioni private, o anche di cedere il proprio letto, mentre lui si accontenta di dormire per terra, la sua porta e il suo cuore sono sempre aperti.

Ivan attribuisce una grande importanza alle questioni morali. Egli si adopera per trasmettere ai giovani concezioni autentiche riguardo all’amore, al matrimonio, alla castità, alla sessualità e redige un libretto intitolato “Tu e Lei”. S’interessa anche al cinema, alla stampa, ai problemi socio-economici, all’impegno dei cattolici nella politica. In una pubblicazione, parla della situazione e del ruolo della donna nella società. La sua influenza sulla gioventù femminile, strutturata in un’organizzazione parallela all’Unione croata delle Aquile, è grande ; tante donne e ragazze scoprono in lui un uomo di Dio, un maestro, un amico. Marica Stankovic, presidentessa dell’organizzazione femminile, scriverà su di lui una serie di articoli aventi come sottotitolo “Il cavaliere d’onore delle donne”. Con la sua azione, Ivan cerca, in primo luogo, di suscitare nelle ragazze il senso della dignità femminile nonché la consapevolezza del loro posto nella società e nella Chiesa e del loro ruolo nell’apostolato.

Dopo qualche esitazione sulla sua vocazione, Ivan si sente portato a rimanere laico per operare per la salvezza eterna delle anime in associazioni cattoliche. Nel 1923, per la festa dell’Immacolata Concezione, emette il voto perpetuo di castità e concepisce l’idea di un istituto di laici consacrati a Dio. Non vedrà la realizzazione del suo progetto. Ma sarà la sua amica Marica Stankovic la fondatrice del primo istituto femminile secolare nella Chiesa croata, sotto la denominazione di “Comunità delle Collaboratrici di Cristo Re”. Questo istituto secolare riunisce donne che, come Ivan, desiderano consacrare interamente la loro vita a Dio, per partecipare alla propagazione del regno di Cristo, mentre esercitano diverse professioni.

Più attraverso la sofferenza che con il lavoro

Fin dalla sua giovinezza, Ivan soffre di una malattia agli occhi con infiammazione della cavità frontale, a cui si aggiunge un mal di denti persistente. Queste sofferenze frenano il suo slancio per gli studi e il lavoro. Dopo aver consigliato a una giovane maestra ammalata di curarsi, aggiunge : « Se il Signore vuole che Lei soffra senza guarire, è bene mettersi nelle sue mani… Lei stessa sa meglio di me che, attraverso la sofferenza, possiamo fare di più per la propagazione del Regno di Gesù che con il lavoro intenso, le discussioni scientifiche, gli splendidi discorsi e gli articoli. » L’infiammazione della sua cavità frontale costringe Ivan a sottoporsi a un intervento chirurgico. Egli ha il chiaro presentimento che morirà e che Dio gli chiede il sacrificio della sua vita per i giovani con i quali opera. Il giorno prima di partire per la clinica, nell’aprile 1928, mette in ordine i suoi affari e redige il suo testamento sotto forma di un epitaffio, scritto in latino : « Morto nella pace della fede cattolica – Per me il vivere fu Cristo e il morire un guadagno. – Aspetto la misericordia del Signore e l’indivisibile, completo, eterno possesso del Santissimo Cuore di Gesù… »

L’operazione avviene il 26 aprile, ma non riesce. Ivan viene colpito da meningite. Domenica 6 maggio, padre Vbranek, suo confessore, gli dà l’Estrema Unzione : Ivan non può più parlare. Il Padre gli dice : « Stai offrendo la tua vita in sacrificio, vero ? » Ivan lo guarda sereno e gli si illuminano gli occhi ; annuisce con la testa. Il 9, riceve un telegramma da papa Pio XI che gli invia la sua benedizione. Gode allora ancora della sua piena coscienza. Il giorno dopo, giovedì 10 maggio 1928, alla presenza del padre e dei suoi amici più cari, Ivan rende l’anima a Dio.

Che il beato Ivan Merz, con la sua intercessione presso Dio, ci aiuti a operare per l’estensione del Regno di Dio, qualunque sia il nostro stato o genere di vita !

Dom Antoine Marie osb

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