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9 agosto 2006 Santa Teresa Bendetta della Croce (Edith Stein) |
Léonie Aviat nasce il 16 settembre 1844 a Sézanne (Marna) e viene battezzata il giorno seguente. Suo padre gestisce un negozio la cui insegna indica: «Sementi, canapa e lino, merceria, generi alimentari: ingrosso e dettaglio». Una grossa clientela permette alla famiglia di vivere in una discreta agiatezza. Léonie ha undici anni quando i genitori la conducono al convitto della Visitazione di Troyes per affidarla alla superiora, colei che tutti chiamano «la Buona Madre», Madre Maria di Sales Chappuis, di cui un sacerdote scrive: «Dirige il monastero di Troyes con un'ammirevole saggezza e con le più abbondanti benedizioni del Cielo».
Fin dall'arrivo, la ragazzina comincia a prepararsi per la prima Comunione. Senza attendere più oltre, le vien proposto il sacramento della Penitenza. Essa fa uno scrupoloso esame di coscienza, ma, una volta nel confessionale, l'emozione la vince e scoppia in lacrime. Don Brisson, che la conosce da quando era stato accolto dalla famiglia a Sézanne, le dice: «Ma come, la bambina cui avevo dato dei confetti tanto tempo fa, avrebbe paura di me?» Bastano queste parole per riconfortarla. A partire da quel giorno, il sacerdote diventa la sua guida. La prima Comunione, seguita immediatamente dalla Cresima, avviene il 2 luglio 1856.
Intelligente e vivace, Léonie decide di rimodellare il suo carattere altero, secondo i consigli che aveva dato san Francesco di Sales. Madre Chappuis, vera «Maestra d'anime», insegna alle ragazze ad esercitarsi alle virtù che dovranno praticare nel mondo. Essa sa quale possa essere nella società, nella Chiesa, l'effetto di una giovane veramente cristiana, interamente dedita alla propria responsabilità di moglie e di madre. Sensibile alla situazione sociale delle operaie nelle fabbriche della regione, Léonie scrive: «Sono stata più lieta di andare a portar sollievo a coloro che sono prostrati dal dolore, di salire una piccola scala tortuosa, che di partecipare alle feste meravigliose» organizzate a favore dei poveri. Nel 1860, finiscono i suoi studi presso il convitto della Visitazione. Prima di partire, confida a Madre Chappuis il suo desiderio di vita religiosa: essa le consiglia di temporeggiare.
Un dissesto che libera
Un giorno, essa entra, un po' intimidita, nella grande occhialeria di Sézanne, dove si danno da fare alcune giovani operaie. La invade un sentimento indefinibile: per un attimo, immagina di trovarsi in mezzo a quelle adolescenti, quale sorella maggiore che consiglia, incoraggia, riprende o consola, operaia fra le operaie, testimone dell'Amore... Il ritorno della commessa che le porta gli occhiali riparati di sua madre, la strappa al suo sogno, ma l'emozione rimane. Poco più tardi, don Brisson giudica arrivato il momento di svelarle quel che si aspetta da lei. Troyes è una città industriale. Circa 30 000 operaie sono impiegate nei laboratori, filande, fabbriche. La maggior parte di esse è lontana dalla fede e perfino dal rispetto della religione: quando i sacerdoti sono insultati per la strada, sono le operaie che li insultano. Nei centri di accoglienza, il sacerdote propone alle giovani cristiane, e prima di tutto a quelle che sono state integrate prematuramente nel mondo del lavoro, i mezzi per sfuggire al rischio di vivere senza Dio.
All'inizio del terzo millennio, la situazione rimane per così dire la stessa: non c'è più posto per Cristo nell'odierna cultura. Si ritrova l'orgoglio collettivo dell'umanità che innalzava la torre di Babele e pretendeva di far a meno di Dio. L'uomo contemporaneo è «tentato di organizzare la propria vita terrena, come se Dio non esistesse. Come se Dio, in tutta la sua realtà trascendente, non esistesse. Come se il suo Amore per il genere umano non esistesse» (Giovanni Paolo II, a Czestochowa, il 15 agosto 1991). Nello stesso senso, il Concilio Vaticano II affermava: «Molti nostri contemporanei sembrano temere uno stretto legame fra l'attività concreta e la religione: ci vedono un pericolo per l'autonomia degli uomini, delle società e delle scienze... Se, per «autonomia del mondo temporale», si intende che le cose create non dipendono da Dio e che l'uomo può disporne senza riferimento al Creatore, la falsità di simili propositi non può sfuggire a chiunque riconosca Dio. Infatti, la creatura senza il Creatore svanisce... E addirittura, il dimenticare Dio rende opaca la creatura medesima» (Gaudium et Spes, 36).
Non lei, soprattutto!
Don Brisson ha fondato, in rue des Terrasses, un'Opera che propone alle giovani operaie un patronato ed un centro di accoglienza. Per inquadrare le ragazze, bisogna trovare sorveglianti a orario completo, e il compito non è facile; sarebbero necessarie anime consacrate a Dio. Quando Léonie visita insieme a lui l'Opera des Terrasses, illuminata interiormente, capisce che il suo posto è lì, in mezzo a quelle ragazze, di cui certe sembrano ancora bambine. Confida al Padre spirituale l'appello misterioso ed egli ne è incantato: ecco finalmente la persona capace di servire quale pietra angolare all'opera che desidera istituire! Ma due prove attendono Léonie. Bisogna prima di tutto che lasci i suoi, e teme il rifiuto di suo padre. In secondo luogo, il sacerdote le affianca una compagna, Lucia Canuet, che, malgrado possegga reali qualità, ha un carattere pignolo, ombroso e cavilloso, tale da spossare quelli che la circondano. Léonie protesta: «Con chi vuole, Reverendo, ma non con lei!» Tuttavia, dopo un colloquio con il sacerdote, accetta senza riserve la compagna.
Il 18 aprile 1866, dopo un ritiro spirituale di otto giorni, diretto da Madre Chappuis, le due fondatrici della nuova congregazione si installano in rue des Terrasses, nella «piccola Casa della Galleria», dove ha sede l'Opera di don Brisson. Le operaie più giovani sono ben presto conquistate dalle due giovani distinte, eppure semplici come sorelle maggiori. Le più grandi, inizialmente diffidenti, si lasciano conquistare quando vedono le due direttrici contente di condividere la loro povertà ed i lavori più umili. Don Brisson affida a Léonie l'organizzazione generale dell'Opera e dei quattro patronati annessi.
Madre Maria di Sales Chappuis riceve spesso le due pioniere nel parlatorio della Visitazione e le forma alla vita religiosa. «Per il momento, non siete chiamate a cantare l'Ufficio, dice loro; la vostra occupazione principale è il lavoro, dedicatevi ad esso con la più gran tenera dolcezza possibile... il vostro lavoro è per voi una continua orazione». Quando lo sguardo di fede su Dio diventa abituale, permette di vederLo all'opera nel mondo. «L'uomo ha allora una coscienza permanente che Dio è all'opera in tutto quello che si produce. Se, nel corso della giornata, l'uomo pensa senza posa a questo mistero silenzioso, vivo, delicato e nello stesso tempo potente, o se lo sente presente, fa una vera preghiera, e dipende solo da lui prolungarla ed estenderla a tutto. Non è necessario, per pregare, evadere dalla vita e dalle attività quotidiane, perchè la preghiera, al contrario, si confonderà con esse. In ogni evento, egli vede un dono di Dio, ed orienta la propria vita in modo tale che non sia più che una sola cosa con l'azione di Dio. È conscio della santità di tale collaborazione, e, d'ora in ora, comprende meglio il senso della vita. Questi pensieri gli danno un senso di sicurezza che non gli impedisce però di agire nel mondo. Ecco dunque che la vita stessa diventa preghiera» (R. Guardini, Avviamento alla preghiera).
Per me? Perchè?
Il 30 ottobre 1868, le due prime Suore della «Congregazione delle Oblate di San Francesco di Sales», ricevono l'abito religioso; Léonie diventa suor Francesca di Sales, e Lucia, suor Giovanna Maria. Questi inizi sono turbati dalla guerra fra la Francia e la Prussia, guerra che si scatena il 19 luglio 1870. Le fabbriche cessano l'attività e le operaie non hanno più lavoro. Suor Francesca di Sales si dà da fare per trovar loro un'occupazione. Dopo la guerra, numerosi immigranti alsaziani, che desiderano conservare la cittadinanza francese, si riversano su Troyes. Le Suore si affannano ad accoglierli. Ma l'eccesso di lavoro spossa suor Francesca di Sales e la fa entrare in un periodo penoso. Essa si affida a san Francesco di Sales, suo santo patrono, il che la rincuora. Il ritiro spirituale preparatorio alla professione religiosa si svolge in una gran pace. «Dimenticare totalmente me stessa», diventa il suo ideale. L'11 ottobre, assieme a suor Giovanna Maria, pronuncia i voti davanti a Monsignor de Ségur, che dice loro: «Care figliole, i vostri rapporti con Dio devono essere caratterizzati da una grande delicatezza, il vostro amore per Lui deve essere più delicato, più nobile, più tenero che in qualsiasi altro ordine religioso...» Si procede poi alla vestizione di quattro postulanti. Don Brisson esulta: l'avvenire della Congregazione è ben avviato.
Il 20 settembre 1872, suor Francesca di Sales viene eletta Superiora Generale. Quattordici religiose delle Suore di Santa Maria di Loreto erano state accolte poco prima dalla Congregazione nascente; prima di morire, infatti, il loro cappellano aveva espresso il desiderio di tale unione, per trarre le sue Figliole da una situazione difficile. Don Brisson ha accettato la fusione degli ordini, malgrado i rischi rappresentati dall'apporto improvviso di un numero importante di suore già formate e dei loro istituti. La nuova Madre Generale viene dunque a trovarsi a capo di uno sciame di 34 suore ed assume l'incarico di due istituti supplementari, a Parigi e a Morangis.
Un'unzione misteriosa
Il moltiplicarsi delle vocazioni fa progettare nuove fondazioni. Dopo essersi dedicata alla gioventù operaia, l'Opera delle Oblate proporrà la stessa educazione d'ispirazione salesiana alle ragazze più agiate, in convitti. Dal canto suo, don Brisson ha fondato la Congregazione dei Padri Oblati di San Francesco di Sales, destinata all'insegnamento. Da allora, sarà chiamato «Padre». Anche le case dei Padri Oblati si moltiplicano e richiedono la presenza delle Suore. Nel 1875, Padre Brisson ottiene l'approvazione di Roma per gli Oblati di San Francesco di Sales. Lo stesso anno, Madre Maria di Sales Chappuis, prima di morire, ha predetto a Padre Brisson che l'incomprensione del nuovo vescovo che la città di Troyes si apprestava ad accogliere, lo avrebbe fatto soffrire molto.
L'8 ottobre 1879, l'incarico della Fondatrice termina, e l'ex Superiora delle Suore di Loreto viene eletta Superiora Generale. Suor Francesca di Sales è molto lieta di cederle il posto. Pur senza cattive intenzioni, la nuova Superiora manca di riguardi per quella che l'ha preceduta. Le coetanee di suor Francesca di Sales si formalizzano, ma non lei, che ha per sola ambizione l'ultimo posto, e non si lamenta, ma offre tutto in silenzio. Tuttavia, di fronte all'entità della missione, la Superiora rassegna le dimissioni fin dal 1881. Viene allora eletta suor Luisa Eugenia; essa manda suor Francesca di Sales a Parigi, affinchè instauri nel convitto della rue de Vaugirard gli usi e costumi delle Oblate, ed anche perchè risollevi la situazione finanziaria compromessa dell'istituto. Il fatto di strapparsi dalle Opere operaie, cui ha consacrato quindici anni di vita, le è difficile; tuttavia, obbedisce con generosità per amor di Dio.
A Parigi, l'accoglienza è piuttosto fredda. Che viene a fare questa riformatrice? Il risanamento delle finanze obbliga a restrizioni che suscitano mille opposizioni. Le alunne stesse sono sulla difensiva. Suor Francesca di Sales prende in mano le sue armi preferite: la preghiera, la serenità e la bontà... Ben presto gli animi si rasserenano; essa si rivela un'educatrice eccezionale. La sua influenza si esercita prima di tutto sulle Suore, perchè è convinta che la fecondità dell'apostolato scaturisca dall'armonia che regna nella comunità. «La carità deve essere come una speranza attiva di quel che gli altri possono diventare, con l'aiuto del nostro sostegno fraterno» dirà Papa Paolo VI (Evangelica testificatio, 29 giugno 1971, n. 39). Per quanto concerne le bambine, suor Francesca di Sales consiglia: «Agite con la pazienza, la fermezza dolce e la preghiera. Quando ci si è accattivato il cuore di una bambina, allora le si può chiedere tutto quel che si vuole, ed essa lo farà... Non fate mai un affare di Stato delle cose, per quanto importanti e serie siano». Tuttavia, la Fondatrice colloca al primo posto il risveglio della fede e la preparazione alla prima Comunione.
Nel frattempo, a Troyes, le relazioni di Padre Brisson con il vescovo si guastano. Il prelato vorrebbe limitare le due Congregazioni al territorio della diocesi; sottopone le Suore a interrogatori che fanno vacillare certe vocazioni. Padre Brisson si reca a Roma per difendere la propria causa. Bisognerà aspettare il 1888 per veder rifiorire una buona armonia fra il vescovo e Padre Brisson.
Il mio modesto metodo
Alla fine dell'anno scolastico 1889, suor Francesca di Sales è sostituita a capo del convitto della rue de Vaugirard. Il cambiamento le riesce penoso, perchè le viene imposta una partenza precipitosa, ed essa ne soffre profondamente. Di ritorno a Troyes, riassume la direzione delle Opere: vi trova animi prevenuti e vi patisce numerose vessazioni di cui non si lamenta con nessuno. «Oh! se sapeste, dirà più tardi, quanto fa bene all'anima soffrire soltanto fra Dio e sè!»
Una sera di settembre del 1893, suor Francesca di Sales, recatasi a Parigi per il Capitolo Generale della Congregazione, sente distintamente una voce che le mormora all'orecchio: «Sarai Superiora, perchè voglio governare tutto!» Si gira, stupita: è sola nella stanza... Il giorno dopo, le Suore la eleggono Superiora Generale. Capisce: Gesù vuol governare attraverso lei... Nella Congregazione, è un'esplosione di gioia. Le Suore più anziane non fanno che tessere elogi sulla fondatrice, nobilitata ai loro occhi da anni ed anni di oscura dedizione. Quelle che l'hanno fatta soffrire vengono circondate da essa di premure, a tal punto che una Suora esclama: «Madre, basta veramente offendervi per essere d'ora in poi oggetto del vostro affetto e delle vostre attenzioni speciali!»
«Accattivatevele!»
Nel corso degli anni seguenti, Madre Francesca di Sales viaggerà spesso per giudicare in merito all'opportunità delle fondazioni che le verranno richieste un po' dappertutto in Europa. Quando le sue Figliole le parlano delle difficoltà suscitate dalle bambine, dice loro: «Accattivatevele!» Il che significa: amatele, sopportatele, pregate per loro. «La fiducia, spiega, attira la fiducia, ma essa non sorge a comando... Ci vuole una gran prudenza, molta carità e discrezione. Le bambine devono sentire che i loro piccoli segreti sono rispettati». Ma la fondatrice è soprattutto Madre. Il suo cuore sensibile non sa inasprirsi. Indovina, compatisce, soffre con colei che soffre, si rallegra della pur minima vittoria, soprattutto se essa è il frutto di un superamento di se stessi, o il riconoscimento di un torto.
Tuttavia, un vento di persecuzione soffia sulla Francia; le Congregazioni vengono soppresse. Dal 1901 al 1904, tutte le case delle Oblate vengono chiuse. Madre Francesca di Sales decide di trasferire la Casa Madre a Perugia, in Italia. L'11 aprile 1904, essa se ne va in esilio volontario. A Perugia, tutto è povero, esiguo. Ignorando la lingua italiana, Madre Francesca di Sales si consacra molto alla corrispondenza per mantenere il contatto don Padre Brisson e sostenere tutte le Sorelle. Cerca il mezzo di far ricomprare le case di Francia ad amici che potrebbero in tal modo conservarle in vista di tempi migliori. Approfittando del soggiorno in Italia, avvia presso Papa san Pio X le pratiche in vista dell'approvazione definitiva delle Costituzioni dell'Opera. Esse avranno esito positivo nell'aprile del 1911. Nel frattempo, il 2 febbraio 1908, Padre Brisson spira serenamente. Giunta a tempo, Madre Francesca di Sales si è potuta recare al suo capezzale. Di ritorno a Perugia, dirà un giorno ad una Sorella: «Oh! quanto vorrei diventare santa, ne ho un desiderio intenso! Comincerò oggi stesso!» Il 26 dicembre 1913, febbricitante, deve coricarsi. Il suo stato si aggrava, e, il 9 gennaio, riceve l'Estrema Unzione, quindi la Santa Comunione. Il 10, poco prima delle sei, si spegne serenamente, circondata dalle sue Figliole.
Oggigiorno, le Oblate di San Francesco di Sales compiono la loro missione di carità negli istituti scolastici, i centri di accoglimento, ed anche attraverso vari servizi corrispondenti alle aspettative delle diocesi e delle parrocchie (catechesi, catecumenato, liturgia, missioni di evangelizzazione, ecc.), offrono il loro aiuto alle persone anziane, agli ammalati ed ai carcerati, animano ritiri spirituali, ecc. Hanno 25 case in Europa, 15 in Africa, 3 negli Stati Uniti e 11 nell'America del Sud.
Canonizzando Madre Francesca di Sales, Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato: «La risoluzione che caratterizza tanto bene santa Francesca di Sales, «Dimenticare totalmente me stessa», è anche per noi un appello ad avanzare controcorrente rispetto all'egoismo ed ai piaceri facili, e ad aprirci alle necessità sociali e spirituali della nostra epoca». È la grazia che chiediamo a san Giuseppe per tutti noi.